CONCLUSIONE MANIFESTAZIONE “SEI ZAMPE” AL CIRCOLO TENNIS ROVIGO

Lo scorso weekend si è conclusa al Circolo Tennis Rovigo la manifestazione benefica di tennis “6 Zampe” che aveva l’obiettivo di raccogliere fondi a favore del rifugio per animali “CITTA’ DEGLI ANGELI” da anni è in prima linea per soccorrere i 4 zampe bisognosi. L’iniziativa ha coinvolto molti appassionati di tennis e questa loro numerosa presenza ha favorito il pieno successo dell’evento benefico il cui ricavato è stato consegnato a Marilena Truppo, rappresentante del rifugio oggetto del Charity Event al circolo cittadino. La delegata del “Città degli Angeli” ha approfittato dell’occasione di consegna dei fondi per ringraziare tutti i simpatizzanti che hanno preso parte ai quattro weekend di tennis organizzati in Viale Tre Martiri la cui presenza ha aiutato non solo a raccogliere denaro per l’attività della onlus, ma soprattutto ha favorito la sensibilizzazione verso i cani abbandonati a cui i volontari dedicano il proprio tempo, lottando ogni giorno contro la carenza di risorse, contro il pregiudizio e l’indifferenza per garantire ai pelosi una vita dignitosa. La delegata ha descritto la situazione e la routine giornaliera al rifugio: “Ad oggi sono 20 i cani ospiti al rifugio e oggetto di una scrupolosa attività giornaliera di educazione comportamentale per favorire le loro adozioni e ingressi nelle famiglie adottive, nel massimo rispetto delle norme sanitarie. I cani recuperati attualmente provengono dal sud dell’Italia e da paesi dove vige l’eutanasia per i randagi (Spagna, Irlanda ed altri). Il lavoro quotidiano con i cani è tantissimo, comincia con la pulizia degli ampi recinti, a seguire l’uscita quotidiana di tutti i cani con i volontari, perché la passeggiata favorisce la relazione interspecifica e per un paio di volte a settimana, si tengono sedute rieducative a cui possono partecipare anche i cani già adottati. Per quanto riguarda i gatti, l’associazione appoggia l’associazione Una Rovigo e Anta Cavarzere. Il Città degli Angeli cura molto l’aspetto del colloquio conoscitivo con le famiglie interessate all’adozione e le accompagna nella fase di armonizzazione della relazione adottiva tra peloso e famiglia, rimanendo al loro fianco, anche dopo l’adozione, per assisterle e consigliarle con estrema discrezione. Ricordiamoci che i cani e gatti abbandonati, quando adottati, sanno donare tutto l’amore di cui sono capaci, per ringraziare coloro che li accolgono in una nuova occasione di vita insieme”. La Truppo ha poi concluso ringraziando Isola dei Tesori – Dove gli animali sono preziosi – di Rovigo e Gandosport Articoli Sportivi con sede a Lendinara, entrambi partner del Città Degli Angeli e un particolare ringraziamento è andato ai soci e al direttivo del Circolo Tennis Rovigo. Per chi non fosse riuscito a passare per una donazione, può sempre considerare un’offerta sull’IBAN presente nel sito del rifugio (vedi link www.cittadegliangeli.org), oppure sempre all’interno dello stesso sito, pensare ad una adozione di uno degli ospiti le cui schede dettagliate sono consultabili nella sezione “Adottami”. Le attività al Circolo Tennis proseguono ora con due importanti manifestazioni federali: il 23 e 24 febbraio si terrà il Torneo Rodeo (singolare maschile) e dal 28 febbraio al 10 marzo la fase provinciale riservata ai giocatori di quarta categoria (maschile e femminile) delle qualificazioni ai regionali del torneo BNL. Info ed iscrizioni scrivendo a ctrovigotornei@gmail.com, telefonando al 0425 31969 oppure consultando il sito www.circolotennisrovigo.it .

La storia del punteggio nel tennis: perché la sequenza 0, 15, 30 e 40?

È una domanda che, almeno una volta nella vita, ci siamo posti un po’ tutti: ma perché mai in questo sport viene utilizzato questo genere così inconsueto di punti?

Esistono varie teorie sulle motivazioni che hanno portato a rendere tale il conteggio dei punti, così come lo conosciamo oggi: tra leggende metropolitane e voci tramandate se ne possono contare almeno tre diverse, e ciascuna di esse con varie declinazioni e interpretazioni differenti.

Partendo in ordine cronologico, le teorie più in là nel tempo sono quelle che ci portano addirittura nel Medioevo, molto prima dunque della vera e propria nascita di questo sport, che viene ufficialmente fatta risalire al 1887, in concomitanza con il primo torneo disputato a Wimbledon.

Prima di tutto ciò, infatti, c’erano altri giochi, considerati come dei veri e propri antenati del tennis, quali il “Jeu de paume” in Francia o la “Pallacorda” in Italia. Ed è lì che possiamo trovare le prime spiegazioni plausibili. Ecco l’elenco completo:

·       La teoria delle cacce e la filastrocca

Ecco, secondo quanto tramandato, in quell’epoca i punti sarebbero stati contati a seconda delle “cacce”, ossia i segni che venivano fatti sul campo da gioco ogni volta che la palla si fermava: 15 di quei segni formavano un punto, 30 portavano a due e 45 a 3. L’ordine crescente di 15 in 15 venne spezzato successivamente, portando il 45 a 40, sembra per via di una più facile dizione, che ricordava tra l’altro una filastrocca francese in cui veniva detto appunto “quinze, trente et quarante”.

·       La teoria del denaro d’oro

Non è finita, perché sempre allo stesso periodo risale un’altra versione (seppur meno accreditata) sulla storia del punteggio del tennis: secondo questa variante, infatti, per ogni punto venivano messe in palio delle monete, per l’appunto 15 soldi, che corrispondevano a un denaro d’oro. Da qui la decisione di optare per questa unità di misura.

·       La teoria dell’orologio

Passiamo poi a una teoria che non ha niente a che vedere con monete o segni sul campo, ma che si riferisce invece alla presenza di due orologi, i cui quadranti venivano utilizzati per segnare i punti. Sostanzialmente le lancette venivano mosse di “quarto d’ora in quarto d’ora”, fino ad arrivare a completare il giro arrivando a 60, che corrispondeva ovviamente alla vittoria del game.

·       Da 45 a 40 per opportunità

Sebbene anche in questo caso alcuni tirino in ballo la possibilità della filastrocca francese, in questa variante esistono anche altre due versioni che provano a spiegare il motivo per il quale si sia passati successivamente da 45 a 40 per identificare il terzo punto. La prima opzione si riferisce esclusivamente all’opportunità di segnalare i vantaggi in qualche modo, dal momento che per poter vincere un game occorrono almeno due punti di distacco rispetto all’avversario. Arrivare a 45 pari, di conseguenza, avrebbe portato a non poter assegnare il punto del vantaggio, perché questo avrebbe condotto a 60, la stessa cifra identificativa della vittoria. Così sarebbe stato deciso di trasportare il “deuce” a 40, in modo da consentire di andare in vantaggio (spostando la lancetta a 45) senza arrivare alla quota indicata per la vittoria del game.

·       Da 45 a 40 per… altezza

Seconda opzione, un po’ più romanzata (e con qualche falla evidente), riconduce invece alla dinamica di segnalazione dei punti su questi grandi orologi: per questa versione, infatti, il compito di spostare le lancette era assegnato a dei bambini (un po’ come accade per i raccattapalle) e la maggior parte di loro non riusciva ad arrivare comodamente a toccare il 45 (non si capisce però come facessero allora a spostare la lancetta dallo zero al quindici, ma vabbè). Per facilitare le operazioni sarebbe stato così deciso di abbassare a 40 il terzo punto.

·       Zero come “Love”…. O come uovo?

Abbiano parlato finora delle teorie più accreditate riguardo la storia del punteggio del tennis ma non è stato ancora affrontato un discorso altrettanto curioso e particolare. Se vi siete domandati come mai vengano usati questi “quarti d’ora” per segnalare i punti di un game, vi sarete pure chiesti il motivo per il quale gli arbitri dicano la parola “love” per indicare gli zero punti di un giocatore.

Anche in questo caso la storiografia propone diverse interpretazioni: si passa dal riferimento al proverbio “fortunato al gioco, sfortunato in amore” (come incoraggiamento nei confronti del tennista a zero) a quello “neither for love nor for money” (tradotto: “né per amore, né per i soldi”).

Ma quello più accreditato rispetto a tutti gli altri è un altro: in Francia la formula dello zero veniva identificata con il termine “oeuf”, cioè uovo, per la sua forma simile a quella del numero. Una volta arrivato in Inghilterra, il tennis, ha modificato leggermente la pronuncia di questo termine (come sempre per distinguersi dagli altri), trasformandolo appunto nella parola “love”. Ecco dunque spiegato il motivo del perché durante le partite sentiate l’arbitro dire “fifteen-love”, “thirty-love”, “forty-love”.

 

(fonte foxsports)